Formula usata per la prima volta da esponenti del Cattolicesimo liberale
francese raccolti intorno alla rivista "L'Avenir" e, in special modo, da
Lamennais e Montalembert. Venne poi più volte ripresa da Camillo Benso
conte di Cavour, che la usava per indicare una politica di tipo nuovo che il
rinnovato Stato italiano doveva tenere nei riguardi dei problemi concernenti i
rapporti con la Santa Sede. La sostanza di questa politica era, secondo Cavour,
la rinuncia, da parte del papato, al potere temporale in cambio della
libertà di culto e di esercizio delle funzioni spirituali. La formula
cavouriana (che era stata elaborata sotto l'influenza di teologi svizzeri) venne
poi ripresa da tutti i suoi successori che ne fecero il cardine di tutta la loro
politica verso la Chiesa prima e dopo la risoluzione della questione romana e la
fine del potere temporale dei papi.